L’inverno è il periodo in cui è più facile prendere i virus respiratori, anche per chi soiitamente è attento ed evita di esporsi a sbalzi di temperatura. Agire in ottica preventiva è comunque possibile.
L’abbassamento delle temperature tipico dell’inverno ci rende più vulnerabili e aumenta le possibilità che ci si possa ammalare. Secondo quanto dimostrato da alcuni studiosi, a influire oltre al freddo è anche la scarsa umidità, episodio che rende più facile la disidratazione della mucosa nasale e rende più deboli le barriere dell’organismo nei confronti dei virus respiratori.
In condizioni di aria secca inoltre le particelle in cui sono contenuti i microbi diventano più diffuse, aumentando così la possibilità di ammalarsi. Inevitabilmente, la situazione può diventare più frequente soprattutto per le categorie più fragili, come bambini e anziani, specialmente se già soffrono di altre patologie.
Ma quali sono i fattori che aumentano le possibilità di prendere virus respiratori in questo periodo dell’anno? Tutto è legato alle abitudini: in inverno, complici le temperature più fredde, si tende a trascorrere più tempo in luoghi chiusi, dove diventa più facile poter entrare in contatto con gli agenti patogeni.
La trasmissione avviene per via aerea diventa più facile e veloce se si è vicini a persone già influenzate o che stanno covando il tipico malanno di stagione. Le armi che possiamo utilizzare in via preventiva sono quelle che abbiamo imparato a conoscere nel pieno della pandemia, ovvero lavarsi frequentemente le mani e far cambiare frequentemente aria ai locali in cui ci si trova.
Il periodo peggiore della pandemia, quello in cui eravamo costretti a restare in casa per impedirne la diffusione, sembra essere ormai alle spalle, ma questo non significa che si debbano abbassare le difese e pensare che non ci sia più la possibilità di contrarre il Covid.
A preoccupare quest’anno, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, è anche l’influenza, iniziata con anticipo rispetto al passato. Pensare che questa sia solo una malattia che può risolversi in pochi giorni anche in questo caso sarebbe sbagliato, visto che può diventare difficile da debellare per chi soffre di altre patologie. Ben il 78,7% delle persone che sono risultate positive a un virus respiratorio era appartenente alla fascia tra 5 e 14 anni.
Nel caso dei bambini al di sotto dei due anni, invece, più della metà ha contratto il il virus respiratorio sinciziale (Rsv). Il problema è diffuso soprattutto tra i 2 e gli 8 mesi, momento in cui non tutti hanno ancora un sistema immunitario solido. Tra le malattie diagnosticate più spesso ci sono bronchiolite e polmonite.
Gli over 65, invece, sono quelli che risultano essere più soggetti al Covid: 25,5% dei campioni positivi tra i 45 ed i 64 anni, il 21,4% tra gli over 65. Ed è proprio per questo che da tempo le autorità sanitarie hanno invitato gli over 60 a sottoporsi alla quarta dose di vaccino.
Il 10% dei campioni, invece, si è ammalato di altri virus che non dovrebbero essere trascurati come adenovirus, bocavirus, coronavirus umani diversi da Sars-CoV-2, metapneumovirus, virus parainfluenzali e rhinovirus.
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