Sempre più persone decidono di farsi curare in un posto diverso da quello in cui vivono. Il fenomeno del turismo sanitario è in crescita.
Si parla di turismo sanitario quando le persone vanno in un’altra città o, addirittura, in un altro Stato per fare degli interventi. Può trattarsi di interventi di natura odontoiatrica o di operazioni chirurgiche. Vediamo insieme quali sono le mete più gettonate per questo tipo di turismo.
La sanità non è proprio la stessa in tutta Italia. Ci sono Regioni in cui eccelle e altre in cui ancora arranca. Per questo, da anni, assistiamo al fenomeno del turismo sanitario: cittadini che si spostano verso altre Regioni per farsi curare.
Durante il biennio della pandemia di Covid, questi spostamenti si erano fermati per ragioni di sicurezza ma finita l’emergenza il turismo sanitario ha ripreso a pieno ritmo. Anzi il fenomeno è in crescita.
Le 5 mete più gettonate per il turismo sanitario
Ricevere cure adeguate è un diritto di tutti. Eppure, in tal senso, l’Italia non è ancora una e tra una regione e l’altra possono esserci differenze abissali. Le mete più gettonate per quanto riguarda il turismo sanitario sono 5.
Domina la classifica delle destinazioni prescelte per curarsi la Lombardia di Attilio Fontana. In dieci anni questa regione ha incassato oltre 6,176 mld di euro. Seguono Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Molise. Se escludiamo il Molise, possiamo vedere che le Regioni del Nord restano le mete prescelte per farsi curare mentre Lazio e Campania, da tempo, hanno un saldo negativo, ad eccezione dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che ha registrato un saldo attivo di 2,055 mld.
Le regioni dove nessuno vuole farsi curare
E se le mete più gettonate per il turismo sanitario sono le 5 sopra elencate, quali sono quelle da cui i cittadini “fuggono” per farsi curare altrove? In testa alla classifica – con relativa specificazione dell’ammontare del saldo negativo– troviamo: Campania (-2,93 mld), Calabria (-2,7 mld) e Lazio (-2,1 mld). Al quarto posto la Sicilia (-1,9 mld) e al quinto la Puglia (-1,8 mld). Seguono l’Abruzzo (-823 mln), la Sardegna (-742 mln), la Liguria (-488 mln), le Marche (-392 mln), la Basilicata (-351 mln), il Piemonte (-329 mln), la Pa di Trento (-97 mln), la Valle d’Aosta (-75 mln).
Il vero problema è che i costi relativi agli spostamenti da una regione ad un altra sono a carico del privato cittadino. In pratica una persona non solo deve, a volte, attraversare tutta l’Italia per farsi curare ma deve anche pagare centinaia di euro per il viaggio.
A ciò bisogna aggiungere le spese dell’albergo in cui i familiari devono dormire per essere accanto ai loro cari durante il ricovero ospedaliero. Il rischio è che si possano spostare per ricevere le cure necessarie solo i più ricchi mentre i meno abbienti siano costretti a restare dove vivono e accontentarsi di servizi spesso insufficienti o inadeguati. Tutto questo in un momento in cui anche i prezzi dei farmaci sono saliti alle stelle.