Trovare un tesoro nascosto in casa propria è la più bella delle sorprese. Ma se le banconote valgono zero, il sogno diventa presto un incubo.
La scena è stata da film. In quel di Brindisi un uomo ha trovato ben 23 milioni di vecchie lire dietro a un quadro. Un colpo di fortuna come pochi ne capitano nella vita. Dopo aver ringraziato il lungimirante parente che messo da parte il tesoretto affinché qualcuno un bel giorno lo riscattasse, il tizio in questione si è attivato per cambiare le banconote in euro. Ed è allora che gli è piovuta addosso una doccia freddissima.
La Banca d’Italia, infatti, si è opposta al cambio: troppo tardi. Sono ormai trascorsi 21 anni dall’introduzione dell’euro come moneta circolante in Italia, ma chi ancora può vantare un importante gruzzoletto in lire deve accontentarsi del valore affettivo del vecchio conio.
Il tesoretto in lire ormai privo di valore
E così quei 23 milioni di lire nascosti dietro a un prezioso quadro del XVI secolo, oggi pari a circa 11.000 euro (per molti di noi pari allo stipendio di un anno), trovati per caso dal Nostro nell’abitazione del padre, valgono zero. Le banconote in lire non sono più convertibili in euro: secondo quanto prevedono le normative in vigore, trascorsi 10 anni dall’entrata dell’euro – correva il 2002 – non è più possibile effettuare il cambio.
L’uomo però non si è dato di certo per vinto: dopo il niet della Banca d’Italia, ha deciso di rivolgersi all’associazione Giustitalia, che si occupa a livello nazionale e internazionale della conversione lire/euro, tra le altre cose. Ora la richiesta di conversione pende innanzi a un Tribunale ordinario. Secondo l’associazione, l’uomo potrebbe ancora sperare perché “il termine iniziale dei dieci anni decorre da quando il soggetto può far valere il proprio diritto (art. 2935 c.c.), quindi nel caso di specie dalla data di ritrovamento delle banconote, ritrovamento che risale a poco tempo fa”.
D’altro canto, la pretesa dell’erede si scontra con le norme sulla prescrizione dei diritti: la lira come moneta non ha più corso legale e dunque non può più essere scambiata a vista. Istituti come la Banca d’Italia possono rifiutarsi di accettarla, se la richiesta è stata presentata oltre la data stabilita dalla legge. In sostanza, è ancora possibile cambiare le lire in euro, ma a condizione che il richiedente dimostri di aver presentato apposita richiesta tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012. Sempre che una nuova sentenza non dica il contrario.