Tik Tok costituirebbe un pericolo per il nostro Paese, ecco come mai la famosa app di origine cinese si avvia al tramonto.
Tik Tok ha visto la luce nel 2014 con il nome originario di musical.ly e da allora si è diffuso in tutto il mondo e viene usato da milioni di ragazzi, ma anche adulti che si divertono a seguire i vari profili che pubblicano video. Ma come mai all’orizzonte si profila un arresto? Ecco tutti i dettagli sulla vicenda.
Allo stato attuale Tik Tok vanta un miliardo di iscritti in tutto il mondo. Solo in Europa ci sono 125 milioni di persone che guardano o pubblicano i filmati di questa piattaforma. Al di là della leggerezza o meno dei suoi contenuti, negli ultimi tempi, la Casa Bianca ha dato solo 30 giorni di tempo alle agenzie federali per mettere al bando Tik Tok dai propri dispositivi. Anche il Canada è sulla stessa linea d’onda. Il timore, nemmeno troppo velato, è quello di una raccolta dati della Cina tramite questa app che potrebbe persino diffondere false informazioni su quel Paese.
Persino il Parlamento europeo ha stabilito di prendere provvedimenti in questo senso. La situazione non è rosea per il social network asiatico. Ma il nostro governo come ha deciso di muoversi in questa circostanza? Ecco tutti i dettagli al riguardo.
Tik Tok addio: il pericolo è davvero troppo grande, ecco cosa ha stabilito l’Italia
Dopo le recenti prese di posizione anche l’Italia inizia a schierarsi sul fronte Tik Tok. A parlarne con Repubblica è stato il Ministro Paolo Zangrillo. Quest’ultimo ha spiegato che sul tavolo c’è la possibilità di procedere come la Commissione europea e il Consiglio dell’UE che hanno chiesto a tutti i dipendenti di disinstallare la app entro il 15 marzo. Ci potrebbe essere un’alternativa, ma non è ancora chiara. Il Ministro della pubblica amministrazione ha precisato che non può compiere da solo questa scelta e che deve confrontarsi con altre istituzioni.
L’onorevole di Forza Italia ha aggiunto che il suo ministero conta 3,2 milioni di dipendenti e che il Copasir si sta già occupando della questione. L’obiettivo di Zangrillo è di arrivare a una sintesi già la settimana prossima. “Dobbiamo comprendere bene quale è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale“ ha specificato il parlamentare. A ogni modo al momento non sono state ancora prese decisioni definitive dal nostro governo.
