La Terza Guerra Mondiale. Soltanto nominarla fa tremare. Eppure più passano i giorni, le settimane più questa eventualità sembra inevitabile.
24 febbraio 2022, l’esercito russo entra con i suoi carri armati in Ucraina. E’ iniziata l’invasione di uno stato sovrano. Basta questo per far entrare quella data nei libri di storia. Purtroppo, però c’è molto di più.
Le bombe sono tornate a scoppiare in Europa, vent’anni dopo le guerre intestine che hanno smembrato la ex Jugoslavia e dato vita a nuovi Stati indipendenti. Per quanto le guerre siano tutte maledettamente uguali, dannatamente inutili e tragicamente irreversibili, quella scoppiata in Ucraina ha qualcosa, nella sua natura, di ancora più angosciante. Il rilievo più evidente è che, per la prima volta, in un conflitto, vi è coinvolta una potenza nucleare e da qui partono le infinite elucubrazioni sull’immediato futuro.
Questa guerra, ad un anno dal suo drammatico inizio, ha già cambiato gli scenari geopolitici, marcandoli in maniera ancora più netta e pericolosa. Sempre più, infatti, la guerra tra Russia e Ucraina sta montando due blocchi contrapposti. Da un lato coloro che sostengono la lotta di liberazione dell’Ucraina dall’invasore russo, con a capo gli Stati Uniti e i paesi che compongono la NATO mentre, dall’altra parte vi è uno Stato come la Cina, grande quasi un intero continente, che ha stretti rapporti con la Russia e, soprattutto, sempre più ragioni di attrito con gli Stati Uniti. Questione Taiwan su tutte.
Dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, il mondo sta assistendo ad una nuova, folle corsa al riarmo. La follia dell’uomo è senza eguali. Ci si arma sempre di più rispetto al nostro “vicino” per ragioni di sicurezza.
E’ il noto paradosso della sicurezza, come viene chiamato abitualmente dagli storici. La notizia che certo non fa stare più tranquilli è che, in questa folle corsa al riarmo, anche la Cina sta premendo sull’acceleratore. Se da un lato la guerra in Ucraina ha rappresentato per lo sterminato paese guidato da Xi Jinping un sostanziale “fastidio”, dal momento che le sanzioni inflitte alla Russia potrebbero poi avere ripercussioni negative sul bilancio cinese, dall’altro ha ulteriormente acuito i rapporti, mai cordiali, con gli Stati Uniti. Cina e Stati Uniti hanno entrambe lo sguardo rivolto verso l’area dell’indo-pacifico e nessuna delle due potenze vuole assistere all’affermazione dell’altra su un’area altamente strategica.
Taiwan è una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Per questa eventualità la Cina si sta riarmando in maniera massiccia. Già nel 2021 e nel 2022 la Cina ha aumentato di circa il 7% le spese militari, il 2023 segnerà un nuovo aumento. Non saranno meno di 300 i miliardi di dollari che saranno investiti. Soltanto gli Stati Uniti, con la folle cifra di oltre 800 miliardi di dollari, hanno investito di più. Arsenali spaventosi puntati su miliardi di persone e tutto questo fa tornare alla memoria la frase di Albert Einstein, pronunciata nel 1945, dopo lo scoppio delle due bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki.
“Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la Terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre”. Chi può, mediti.
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