I riscaldamenti saranno presto spenti e quindi in molte zone ci sarà il fermo definitivo. Tuttavia in molte aree sono già stati spenti.
L’inverno terminato ha portato un po’ di burrasca, non solo per il clima, ma anche per la necessità di fronteggiare il freddo con qualche restrizione di troppo causata dagli aumenti del gas che hanno portato a dover rivedere i piani.
Con l’arrivo della primavera è tempo di dire addio ai termosifoni e al riscaldamento, anche se le medie stagionali al momento non sembrano salire in vetta. Se lo scorso fine settimana i gradi hanno toccato in alcune città anche picchi elevati, il freddo è piombato nuovamente sul Paese portando ad una media anche al di sotto dei dieci gradi, ben lontana dalle aspettative.
Stop ai riscaldamenti: il calendario
La questione si ripropone ogni anno, quando arriva il momento in cui è preposto lo spegnimento dei riscaldamenti centralizzati quindi non di coloro che hanno una piena gestione dell’impianto ma tendenzialmente nelle abitazioni che si trovano nei condomini dove il gas è fornito su base generale.
In questo caso ci sono le date di inizio e le date di fine e se ciò è sempre stato un problema perché talvolta il freddo non viaggia di pari passo con le condizioni stabilite sui documenti, quest’anno il problema è stato ulteriore a causa dei rincari, tanto che molti hanno scelto di spegnerlo spontaneamente per risparmiare oppure hanno effettuato un lavoro condominiale per abbreviare i tempi di utilizzo e quindi rientrare nelle spese.
Le amministrazioni locali talvolta si trovano a dover fronteggiare problemi e quest’anno la situazione è stata più gravosa del solito. Va ricordato che l’Italia viene suddivisa, in base ad un decreto del 1993, in zone climatiche che vanno dalla A alla F rispettivamente dalle più calde alle più fredde. Questo permette di determinare quanto devono essere accesi i riscaldamenti, per quanto tempo e in che modo.
Spegnimento centralizzato: date e orari
Nella zona A possono essere accesi per 6 ore al giorno dal 1 dicembre al 15 marzo invece nella zona B dal 1 dicembre al 31 marzo per 8 ore al giorno e nella C invece per 10 ore dal 15 novembre al 31 marzo mentre nella zona D dal 1 novembre al 15 aprile per 12 ore e nella zona E per 14 ore dal 15 ottobre al 15 aprile e nella zona F, la più fredda, senza limiti.
Il problema però è che con il cambio della temperatura negli ultimi anni la situazione rispetto a queste regole è profondamente cambiata e marzo è diventato anche al sud Italia un mese particolarmente freddo. Le zone ovviamente non sono divise solo tra nord e sud ma in base alla posizione, ad esempio Avellino si trova in Campania ma rientra nella fascia D perché è un’area montuosa e quindi fa freddo.
Molti però si troveranno a dover fare i conti con la necessità di usare delle stufette elettriche per poter sopperire ancora un po’ all’arrivo effettivo della primavera e di temperature più vivibili.