Il clima ormai è cambiato, ed in Italia da tempo c’è un concreto allarme siccità. Per questo è partito il piano di razionamento dell’acqua: cosa dovremo fare.
Quello appena concluso è stato il quinto inverno più caldo. La situazione sembra essere ormai fuori controllo. E’, come detto, uno degli effetti drammatici del riscaldamento globale. L’emergenza siccità sta colpendo in maniera indiscriminata il nostro Paese.
A lanciare, da tempo, l’allarme siccità sono le associazioni ambientaliste, ma anche quelle dei coltivatori e del comparto agricoltura che, evidentemente, soffre maggiormente di questo drammatico problema in grande crescita. La terra ha sete ed è difficile alleviarne il bisogno. Di conseguenza, a rischio raccolti importantissimi. Le grandi aziende si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento.
In particolare, la Coldiretti ha lanciato l’allarme siccità, a causa di un inverno tra i più caldi degli ultimi anni. L’inverno appena concluso è stato il quinto più caldo a livello planetario con una temperatura combinata della terra e della superficie degli oceani superiore di +0,90 gradi la media del ventesimo secolo.
I grandi laghi attualmente hanno percentuali di riempimento che vanno dal 22 per cento del lago di Como al 37 del lago di Garda, fino al 44 di quello Maggiore, mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri. Come in piena estate. E, allora, scatta il piano di razionamento dell’acqua.
Con questi numeri, dunque, è ovvio che l’Italia abbia ricominciato a parlare di razionamento idrico. Sul punto, peraltro, il Governo presieduto da Giorgia Meloni ha anche istituito una Cabina di regia per affrontare il problema. Si lavora alla proroga di 12 mesi dello stato di emergenza già deliberata e si punta a sensibilizzare la cittadinanza sull’uso consapevole del prezioso liquido.
A preoccupare, in particolare, è la situazione della Pianura Padana. Ed è soprattutto il Veneto una delle regioni maggiormente colpite dallo stato di siccità che sta investendo il nostro Paese. Per questo, allora, la decisione grave è alle porte: razionalizzare l’acqua.
Il presidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, ha infatti firmato un’ordinanza per tentare di migliorare la situazione. Ma sembra quasi certo che in un futuro non troppo lontano si debba arrivare ai razionamenti. Il provvedimento veneto, infatti, rappresenta di fatto una anticamera. L’ordinanza punta a sensibilizzare tutti sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo, intervenendo, fra le altre misure, nell’irrigazione dei giardini, chiudendo i pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico. Zaia chiede quindi formalmente di evitare di annaffiare i giardini privati, sperando nell’arrivo delle piogge. “Meno acqua usiamo, meglio è” ha detto Zaia. Basterà?
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