Rischio nucleare: “sono geneticamente diversi”, ecco cosa stiamo rischiando

Cani geneticamente diversi: la straordinaria scoperta sarebbe legata ai disastri nucleari che hanno sconvolto il nostro pianeta.

Una popolazione di cani randagi che vivono vicino alla zona dell’esplosione nucleare di Chernobyl, sta ora fornendo agli scienziati una nuova prospettiva su come l’esposizione alle radiazioni a lungo termine abbia influito con cambiamenti genetici radicali sulle nuove nascite, sia di persone che di animali.

Cani radiazioni
Cani randagi esposti a radiazioni: lo studio rivela una incredibile verità – ladestranews

L’esposizione alle radiazioni che continuano ad essere emesse a Chernobyl decenni dopo il disastro nucleare di quel maledetto 1986, potrebbe aver alterato radicalmente la genetica delle popolazioni di cani, secondo uno studio pubblicato su Science Advances. Inoltre, anche la genetica all’interno delle popolazioni canine che sono state esposte a diversi livelli di radiazioni è distinta l’una dall’altra: lo hanno affermato, senza alcun dubbio, i ricercatori.

I cani di Chernobyl: come è successo

La verità è che non ci sono mai state colonie di cani selvatici intorno alla centrale nucleare. Probabilmente, i cani randagi che vivono ancora intorno alla zona dell’esplosione, oppure in un raggio che va dai 15 ai 40 km di distanza, sono probabilmente discendenti di animali domestici abbandonati dopo che i residenti che circondano la centrale di Chernobyl sono fuggiti in fretta dalla regione, lasciandosi dietro tutti i loro averi, compresi i loro compagni a quattro zampe.

Tim Mousseau, un professore di scienze biologiche presso l’Università della Carolina del Sud, sostiene che la contaminazione radioattiva ha devastato le popolazioni di animali selvatici della regione, ma alcune sono sopravvissute e hanno continuato a riprodursi.

I ricercatori hanno utilizzato, per i loro accurati studi, campioni di sangue raccolti da più di 300 cani randagi, tra il 2017 e il 2019 in luoghi con diversi livelli di contaminazione.

I volontari di “Dog Research Initiative” hanno fornito cure veterinarie agli animali che vivono allo “stato brado” nella zona della centrale nucleare. Soprattutto hanno iniziato a sterilizzare le cagne femmine nello stesso periodo in cui è iniziata la costruzione della nuova struttura “di confinamento sicuro” per il reattore nucleare che si è guastato. C’era la preoccupazione che i cani che vivevano nell’area potessero diventare un serio problema per la popolazione con la loro riproduzione.

Cani geneticamente modificati a causa delle radiazioni: l’incredibile report degli scienziati

Molti degli effetti che i ricercatori hanno riscontrato nei cani e in altri animali, sono simili a quelli che erano stati osservati in passato con le specie sopravvissute alla bomba atomica dal Giappone durante la seconda guerra mondiale. Ad esempio i cani in questione hanno per la maggior parte problemi di cataratta precoce, perché gli occhi sono i primi tessuti a mostrare segni di esposizione cronica alle radiazioni ionizzanti.

Cani centrale nucleare
Cani randagi che vivono nei pressi di Chernobyl: lo studio rivela incredibili modificazioni genetiche – ladestranews.it

Gli scienziati stanno anche cercando altre anomalie dello sviluppo, come tumori, dimensioni del cervello più piccole e cambiamenti nella simmetria. I ricercatori miravano e mirano a distinguere le diverse conformazioni genetiche che caratterizzano le popolazioni di cani che vivono dentro e vicino alla centrale elettrica e a Pripyat, la città abbandonata a circa due miglia di distanza da Chernobyl.

Ampie variazioni genomiche all’interno e tra le aree geografiche della zona di esclusione di Chernobyl, suggeriscono che i cani vivono vicini l’uno all’altro, si spostano tra i siti e si riproducono liberamente: lo ha dimostrato lo studio. I ricercatori sono ora pronti a determinare la progressione genetica dei cani nelle passate generazioni e osservare come sono sopravvissuti e come si sono riprodotti.

La diversità genetica unica di questi cani li rende candidati ideali per studi futuri finalizzati a comprendere gli effetti sulla salute genetica a lungo termine in ambienti altamente radioattivi su popolazioni di grandi mammiferi.

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