Una scoperta agghiacciante nel lontano Artico tale da far venire i brividi per questa sconvolgente notizia.
Un paesaggio così estremo e lontano dalla civiltà da considerarlo solo un luogo remoto da cantastorie, in stile Frozen, l’Artico ha un fascino suggestivo per i suoi meravigliosi colori, sulle tonalità cromatiche del blu, azzurro e bianco.
Natura incontaminata abitata da popolazioni autoctone e dalla fauna selvaggia, per la sua collocazione sembra proprio inviolata dalla cattiveria dell’uomo. Nei secoli precedenti, diversi pionieri si sono lanciati in avventurose spedizioni all’esplorazione di un terra sconosciuta, rimanendone affascinati e trasmettendo così al proprio ritorno le incredibili scoperte.
Ad esempio, si pensi alla consuetudine della sauna tipica del Nord Europa, ancora ignota in altre terre al di fuori di quella landa sperduta. Oggi la loro cultura è ormai nota per quanto sempre meravigliosamente distante. Ma una notizia imperversa sui quotidiani pronosticando uno scenario a dir poco spaventoso e riguarda proprio il paesaggio artico.
Artico, in arrivo una notizia che mette davvero i brividi
Ormai l’Artico sovente è protagonista nei telegiornali per quanto concerne il cambiamento climatico dilagante e dominante al contempo, negli ultimi anni. Entrambi i poli sono interessati dalla catastrofe dello scioglimento dei ghiacciai che costringe tante specie faunistiche ad abbandonare il loro habitat.
Purtroppo recentemente è emerso uno studio che riporta una conclusione alquanto sconfortante: l’inquinamento ha raggiunto la purezza di quell’ambiente, contaminandolo. Un triste epilogo, da cui non potrebbe esserci più via di ritorno per nessuno, in primis la flora e la fauna che ne risentono ancor più pesantemente.
In particolare è stata rilevata la presenza di un materiale che non ha lasciato scampo neanche all’Artico, così travolgendolo. Di seguito si riportino tutti i dettagli di questa minuziosa e scioccante ricerca scientifica. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science anche la terra artica è stata contaminata dalla plastica. A questo proposito il team di ricerca dell’Istituto Alfred Wegener, che si occupa proprio del settore marino e polare, ha compiuto un’indagine in merito alla provenienza di tali rifiuti, per il progetto Citizen Science ed è emerso che questi residui arrivano proprio dal cuore dell’Europa, in particolare la Germania che rappresenta l’8% degli scarti rinvenuti.
Purtroppo questi detriti raggiungono facilmente gli oceani fino ad approdare in luoghi desolati. Infatti “da studi e modelli computerizzati sappiamo che la plastica proviene da fonti locali che remote“, così ha dichiarato la Dottoressa Anna Natalie Meyer. Infatti, differenti sono i modi di trasporto attraverso le navi o mezzi i cui sistemi di gestione dei rifiuti si rivelano inadeguati oppure mediante le correnti e i fiumi.
La plastica ormai è considerata il nemico numero uno dell’ambiente e tuttora costituisce più che mai tematica attuale, proprio per le sue proprietà altamente inquinanti che lo portano a decomporsi anche dopo migliaia di anni. In merito si è già notevolmente ridotto il consumo di questo materiale come anche la sua produzione ma c’è ancora molta strada da percorrere.