L’inglese è sempre più diffuso e contamina ogni settore della nostra vita, il governo ha pensato a un modo anacronistico per preservare la lingua italiana: eccolo
Per capire l’impatto della lingua inglese sulle nostre vite, basta considerare uno qualsiasi degli ambienti che frequentiamo durante il giorno. A casa, ad esempio, siamo soliti usare lo smart TV o preferiamo guardare qualcosa dallo smartphone o dal tablet. Al lavoro, invece, siamo sommersi di meeting, call e deadline: insomma, l’inglese contamina moltissimi ambiti della quotidianità.
Questo perché il mondo è sempre più interconnesso e le barriere – anche quelle linguistiche – vanno abbattute. Per questo l’inglese è diventata la lingua di tutti, il passepartout per parlare con chiunque in qualsiasi parte del mondo. Specialmente in alcuni ambiti come il mondo degli affari e la tecnologia l’inglese è indispensabile. Ma mentre il mondo va avanti sempre più unito e parlando la stessa lingua, Fratelli D’Italia fa un passo indietro di 80 anni e rialza le barriere. Per recuperare la lingua italiana e ‘salvarla’ dalla contaminazione inglese ecco la proposta di legge fatta da un suo esponente: si parla di multe salatissime.
A lanciare questa proposta di legge molto discussa è Fabio Rampelli, vicepresidente di Montecitorio. Oltre alla sua, la proposta porta la firma di una ventina di deputati del partito ed è stata presentata alla Camera. Il testo contiene 8 articoli concernenti le “disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana“: ecco in cosa consiste.
Innanzitutto, si determina l’obbligo di usare l’italiano per la fruizione di beni e servizi, per ogni attività scolastica e universitaria, nella comunicazione pubblica e anche nei rapporti di lavoro. Addio quindi meeting, call, deadline e così via: d’ora in poi, secondo Rampelli, si dovrà parlare di riunioni, videochiamate e scadenze. L’obbligo riguarda sia la pubblica amministrazione che le aziende private. Nelle scuole, i corsi in lingua straniera si giustificherebbero solo dalla presenza di alunni stranieri: in caso contrario, si dovrebbe parlare solo italiano.
Nel caso di violazioni, le multe partirebbero da un minimo di 5mila euro a un massimo di 100mila euro. Oltre ai diversi obblighi, questa legge istituisce anche un Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana. Obiettivo di questa proposta è quella di limitare l’uso delle lingue straniere, che secondo Fratelli D’Italia è troppo diffuso: “Il rischio ancora più grande è che si perda la bellezza di una lingua complessa e ricca come la nostra“, si legge nella proposta di Rampelli. Al momento, però, si tratta solo di una proposta, che tra l’altro sta raccogliendo anche parecchie critiche da parte dell’opinione pubblica e dell’opposizione.
E’ ironico che proprio il partito che ha lanciato questa proposta di salvaguardia dell’italiano abbia istituito un ministero del ‘Made in Italy’. Sì, proprio così, con il nome in inglese. Un luogo istituzionale, un luogo che dovrebbe rappresentare l’Italia – e dunque l’italiano – con un nome inglese. E questo arriva dallo stesso partito che poi non vuole usare la parola dispenser! Quando è stata fatta notare questa incongruenza gli esponenti di Fratelli d’Italia si sono difesi con ‘ma se no poi all’estero non ci capiscono!’.
La valorizzazione della lingua italiana non passa attraverso anacronistici divieti e non si blocca un processo naturale di contaminazione. Si valorizza la lingua italiana attraverso la cura della stessa in ogni ambito. Ad esempio in televisione con programmi di spessore culturale e con giornalisti e conduttori che la sappiano parlare. – e anche con politici all’altezza del loro ruolo. Se la tv evitasse di offrire ogni giorno spettacoli indegni e personaggi che maltrattano la nostra lingua avremmo sicuramente una sua valorizzazione. Si dà importanza alla nostra Storia e alla nostra lingua attraverso la diffusione di opere teatrali e letterarie; diffondendo i nostri capolavori, facendoli conoscere ai più giovani e non solo; invitando gli italiani a leggere di più. Ad imparare ad amare e a usare correttamente l’italiano leggendo Dante, Pirandello e Svevo. Solo per dirne alcuni.
E’ con il Sommo Poeta che potremmo valorizzare l’italiano, non facendo la multa a chi dice dispenser e non dispensatore. Perché se dici dispensatore ma poi sbagli tutti i congiuntivi, non sai usare il ‘piuttosto che’, non conosci le sfumature della nostra lingua, beh allora non stai valorizzando propri nulla.
A cura di Cinzia Zadro
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