Rinvenimento di alcune tracce di insetti in diversi marchi di caffè la cui scoperta ha fatto a dir poco rabbrividire.
Difficile rinunciare alla carica vitale di un buon caffè. Infatti esso conferisce quel giusto sprint alla giornata per non parlare di quell’aroma inconfondibile. Il risveglio perfetto per affrontare al meglio quella mattinata lavorativa che si prospetta così impegnativa.
Solitamente adatto anche in contesti più piacevoli, come un fine pasto oppure per un ricevimento di qualche ospite, costituisce sempre un’ottima idea, sia che lo si preferisca amaro, zuccherato o macchiato con il latte. Inoltre è possibile anche l’aggiunta di un cucchiaino di crema spalmabile al cioccolato, per renderlo ancora più ghiotto.
Oggi oltretutto vi è l’imbarazzo della scelta poiché molteplici marchi hanno ideato varianti e tipologie pensate per le esigenze di tutti. Dal macinato, al decaffeinato fino alle cialde o capsule di ogni gusto per le macchinette. Infatti gli scaffali dei supermercati traboccano dei più vari prodotti esistenti, legati tutti alla famosa bevanda fumante.
Ma ci si può fidare ancora del caffè? Una domanda alquanto lecita perché recentemente, attraverso analisi ben minuziose, è emersa una verità disgustante che potrebbe far torcere il naso perfino ai più appassionati. Si parla in proposito della presenza di alcuni intrusi che non dovrebbero in alcun modo sussistere.
Insetti nel caffè, quali sono i marchi incriminati?
E’ risaputo che gli insetti costituiscano la nuova frontiera del cibo difatti si parla ultimamente di ‘novel food‘. A riguardo l’Unione Europea ha concesso ultimamente il proprio beneplacito per il via libera al commercio di questa tipologia di prodotti e la novità risiede proprio nella farina di grilli. Ormai questi simpatici estranei si considerano fonti proteiche tali da considerarsi quale alimento del futuro.
Ma cosa c’entrano con il caffè? In questo caso non si tratta di innovazione in quanto sono stati rinvenuti specie intruse all’alimento. In merito una ricerca francese, pubblicata nella rivista 60 Millions de Consommateurs, ha analizzato alcune marche reperibili anche in Italia, in base a 4 tipologie: macinato, in chicchi, decaffeinato e capsule o cialde.
Ebbene! Come si legge nel periodico dedicato ai consumatori si specifica: “80 esemplari nel caffè macinato Bellarom di Lidl e 83 nei chicchi di caffè Alter Eco“, rassicurando l’assenza di pericolo. Contrariamente non si può dire invece della sostanza chimica, acrilammide, naturalmente formatasi durante il processo di tostatura, di natura cancerogena qualora si superino i limiti stabili dalla legge e gli idrocarburi policiclici aromatici, fortunatamente a bassi livelli nei caffè testati.
Dal grafico riportato quindi emerge che questi ultimi sono risultati tutti negativi per quanto riguarda l’aspetto chimico, escludendo anche la presenza di pesticidi. Sul podio, nella top 3, si classificano i migliori quali in ordine Ethiquable, Illy e L’Or mentre tra quelli discreti ma buoni si nota anche una referenza Starbucks. Infine, a completezza si menzionino nuovamente i caffè contenenti testualmente ‘corpi estranei di origine animale al 20%‘ tra cui anche Segafredo.
Una panoramica al fine di rendere maggiormente consapevoli i consumatori dinnanzi ai prodotti con cui si interfacciano, in questo caso trattando dei brand francesi, generalmente e altri venduti in Italia.