Brutte notizie sul fronte delle pensioni: milioni di italiani a rischio. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.
Non sono affatto buone le notizie che stanno arrivando dal Governo per quanto riguarda le pensioni. A rischio ci sono milioni di cittadini. Andiamo a vedere gli aggiornamenti delle ultime ore, e qual è la platea degli interessati.
La riforma delle pensioni è uno dei punti cardine del Governo di Giorgia Meloni. Uno dei cavalli di battaglia su cui, da anni, fa leva il Centrodestra. L’abolizione di Quota Cento – nata nel 2018 su spinta della Lega e “deceduta” nel 2021 – è stato un duro colpo per molti. Con Quota 100 era infatti possibile ritirarsi dal lavoro non a 67 ma a soli 62 anni se si avevano almeno 38 anni di contributi.
Al momento l’età pensionabile è tornata ad essere 67 anni, salvo eccezioni particolari come le carriere precoci. Obiettivo del Governo Meloni è il superamento della legge Fornero entro il termine della legislatura. Ma al momento è tutto fermo. Dopo i primi due incontri tra Governo e sindacati, tutto sembra essersi paralizzato e non è stata ancora fissata la data per il terzo appuntamento.
Il piano era arrivare entro aprile ad un accordo con i sindacati ma l’obiettivo sembra allontanarsi ed è possibile che tutto slitti alla fine dell’estate. Le ripercussioni negative per milioni di lavoratori in attesa, saranno inevitabili.
Riforma delle pensioni bloccata: ecco cosa sta succedendo
La riforma delle pensioni è una delle priorità del Governo di Giorgia Meloni ma rischia di essere posticipata a causa di altre questioni non certo meno urgenti. Vediamo di cosa si tratta.
Al momento, con una riforma fiscale ancora tutta da discutere, la priorità del Governo è trovare risorse per azzerare l’IVA su alcuni prodotti e abbassare le aliquote Irpef. Dunque, in questo momento, l’Esecutivo è impegnato a tagliare bonus e abolire il Reddito di cittadinanza – che verrà sostituito dalla MIA – senza tralasciare le politiche sui migranti.
Durante il primo incontro con i sindacati – avvenuto lo scorso 24 gennaio – il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha garantito che una delle prime modifiche da apportare al sistema delle pensioni, sarà rivedere Opzione donna. Questa misura sarebbe dovuta decadere a fine 2022, invece è stata prorogata per tutto il 2023 seppur con dei ritocchi. Al momento, infatti, possono beneficiarne solo alcune categorie di lavoratrici.
L’ultima legge di Bilancio del Governo per quest’anno ha introdotto delle modifiche a Opzione donna: ha lasciato i contributi a 35 anni ma ha alzato l’età pensionabile a 60, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni. In pratica le lavoratrici con un figlio potranno ritirarsi dal lavoro a 59 anni, quelle con due figli o più potranno andare in pensione a 58.
Ma la possibilità di beneficiare di Opzione donna è stata limitata solo a queste categorie: caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti da imprese in crisi. Solo in quest’ultimo caso, la riduzione a 58 anni è automatica. La richiesta dei sindacati è ripristinare, per un periodo limitato, i vecchi requisiti di Opzione donna consentendo l’accesso anche a quel 90% di lavoratrici che sono rimaste escluse escluse a causa delle modifiche introdotte in manovra
Al momento il rischio è che la riforma delle pensioni si limiti solo a misure provvisorie e limitate a una platea circoscritta di beneficiari. La famosa quota 103 – che consentirebbe di andare in pensione a 62 anni con 41 di contributi- potrebbe non vedere la luce tanto presto per mancanza di risorse.