Una comunicazione importante, arrivata mediante una circolare Inps. Dal mese di marzo arriveranno grandissime novità per tutti i pensionati.
Le nuove disposizioni arrivate mediante la Legge di bilancio, finalmente iniziano a prendere piede. A partire dal mese di marzo dell’anno corrente, tutti coloro che avranno diritto ad una rivalutazione in ambito pensionistico, riceveranno una bella sorpresa sul proprio accredito. Non solo si potrà ricevere la cifra spettante riguardante la rivalutazione, bensì saranno corrisposti anche tutti gli arretrati. Questo è quanto ha fatto sapere l’INPS, mediante una circolare diramata nei giorni scorsi.
L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha spiegato che coloro i quali hanno un reddito pensionistico superiore a 2.101,52 euro, ossia che corrisponde a 4 volte il minimo, avranno diritto ad una rivalutazione tenendo in considerazione l’andamento dell’inflazione. Il calcolo verrà effettuato valutando le percentuali inserite all’interno della Legge di bilancio.
L’ente statale ha voluto anche ricordare che dal mese di gennaio alcune categorie di pensionati hanno già avuto modo di percepire un aumento sulla pensione pari al 7,3% in più.
Le altre categorie, ovvero coloro che hanno un reddito tra le quattro e le cinque volte il minimo, potranno godere di una rivalutazione più bassa, con una percentuale del 6,205%.
A seguire, coloro i quali hanno una pensione tra 5 e 6 volte il minimo concesso, riceverà una rivalutazione del 3,869%, sempre in base all’andamento dell’inflazione.
L’Inps ricorda che le percentuali della rivalutazione scendono in stretta correlazione con l’aumento dell’inflazione. Coloro i quali godono di assegni pari a 10 volte il minimo, avranno diritto ad una rivalutazione del 2,336%.
Ma come viene determinato l’importo complessivo? Per fare maggiore chiarezza, all’interno della circolare Inps è stato spiegato ogni minimo dettaglio. A base della perequazione si tiene conto di tutte le prestazioni memorizzate nel Casellario centrale delle pensioni. Ovviamente si tratta di tutte quelle prestazioni che sono state erogate da enti differenti rispetto all’INPS.
Non vengono però prese in considerazione tutte le prestazioni, bensì sono escluse quelle a
carico delle assicurazioni facoltative (VOBIS, IOBIS, VMP, IMP), pensioni a carico del Fondo clero ed ex ENPAO (CL, VOST).
Oltre a queste, come conclude l’INPS, sono escluse anche le prestazioni di accompagnamento, come ad esempio l’Ape sociale.
“La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è determinata in misura pari a +7,3% dal 1° gennaio 2023, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo”. Questo quanto spiegato all’interno della circolare Inps.
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