Non sarà una Pasqua all’insegna della dolcezza per milioni di lavoratori. Vediamo insieme cosa non troveranno nella busta paga.
Le festività si attendono con ansia non solo per godersi qualche giorno di riposo ma anche per ricevere qualche piacevole sorpresa in busta paga. Questa Pasqua, però, la sorpresa sarà parecchio amara. Vediamo insieme cosa troveremo – o non troveremo-nell’uovo.
Chi pensa che Pasqua sia la festa più dolce dell’anno in virtù delle uova di cioccolato, sbaglia di grosso. La Pasqua che sta per arrivare, per milioni di lavoratori, sarà tutt’altro che dolce.
Oltre alla imminente stangata sulle bollette di luce e gas su cui tornano a pesare gli oneri di sistema, oltre ai prezzi di cibo e medicinali alle stelle, lavoratori di tutta Italia preparatevi a ricevere una sorpresa davvero amarissima.
Ecco che cosa accadrà a Pasqua
In Italia, tutti i lavoratori dipendenti, sia nel settore privato sia in quello pubblico, hanno diritto ad essere pienamente retribuiti nei giorni festivi pur non lavorando. Non solo: se il giorno di festività coincide con il giorno di riposo, il dipendente ha diritto a godere di una giornata di riposo extra. Se la giornata festiva cade nel giorno di domenica, il lavoratore ha diritto ad una retribuzione maggiore. Fin qui tutto bene. Dove si nasconde allora l’amara sorpresa di Pasqua?
Incredibilmente il giorno di Pasqua- nonostante venga celebrata la resurrezione di Gesù Cristo – non viene considerato un giorno festivo. Di conseguenza il lavoratore dipendente non beneficia di alcuna retribuzione aggiuntiva né avrà diritto ad un ulteriore giorno di riposo.
In Italia i giorni considerati festivi sono i seguenti:
- il primo giorno dell’anno (Capodanno, 1 gennaio);
- l’Epifania (6 gennaio);
- l’anniversario della liberazione (25 aprile);
- Pasquetta;
- la Festa del lavoro (1 maggio);
- l’Assunzione della Beata Vergine Maria (ferragosto, 15 agosto);
- il giorno di Ognissanti (1 novembre);
- la Festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre);
- Natale (25 dicembre);
- Santo Stefano (26 dicembre).
Pasqua non rientra tra le festività del nostro calendario. Sembra incredibile ma è così. Tradotto in termini molto più pratici e materiali, questo significa che al lavoratore non spetta alcun tipo di extra nella busta paga del mese in cui cade la Pasqua proprio perché tale domenica non rientra nelle festività nazionali. Pertanto chi lavora, percepirà la solita cifra come se si trattasse di una domenica qualunque; chi non lavora perché è di riposo, non avrà diritto a nessuna giornata di riposo extra. Discorso del tutto diverso va fatto, invece, per il giorno successivo, cioè Pasquetta che è riconosciuta come giorno festivo e con tutte le tutele connesse.
In ogni caso non disperate: le festività pasquali sono sempre un’occasione per passare più tempo con la propria famiglia o per fare qualche bel viaggetto in Italia o all’estero. A tal proposito, noi vi consigliamo 15 cammini da provare a Pasqua.