Non tutti ne sono a conoscenza, eppure ormai sono anni che gli insetti sono presenti nella nostra dieta. Li mangiamo seppur inconsapevolmente e ci piacciono anche.
Da tanto tempo ci sentiamo ripetere sempre la stessa cosa, ossia che il cibo del futuro sarà proprio formato dagli insetti. Il motivo principale è legato alle sostanze nutritive che questi piccoli esserini portano all’organismo.
Gli insetti infatti sono ricchi di proprietà nutritive, di proteine, e sicuramente hanno un costo economico minore rispetto ad altri cibi. In futuro questi piccoli organismi saranno in grado di sostituire la carne o altri alimenti, portando comunque le giuste sostanze all’organismo. Nonostante solo a sentirne parlare si provi un forte disgusto, gli insetti apparteranno realmente all’alimentazione del futuro. Sapevate però che da molti anni li mangiamo senza accorgercene?
Gli insetti come ingredienti principali di alcune pietanze
Il futuro ormai va in questa direzione ben precisa, anche se già oggi ci nutriamo degli insetti anche se non tutti lo sanno. Non stiamo parlando semplicemente dei cibi particolari, come il tipico formaggio sardo Casumarzu, ma anche di alimenti che ingeriamo abitualmente.
Per fare un esempio il colorante rosso presente in diversi alimenti arriva direttamente da un insetto, ossia la cocciniglia. Si ingeriscono insetti anche attraverso altri alimenti, come barrette di cioccolato, verdure, marmellate e succhi, funghi e diverse farine. Nonostante non siano totalmente visibili a occhio nudo, su tutti questi alimenti di cui vi abbiamo appena parlato, possono essere presenti delle parti di insetto che andiamo ad inserire inconsapevolmente.
Inoltre, per riprendere il discorso delle farine, dal 2023 tutto potrebbe cambiare. Con l’arrivo del nuovo anno, è arrivato anche un nuovo prodotto commercializzato in tutta Europa, ossia la farina di grilli. Può sembrare strano, eppure è un prodotto che viene reperito facilmente ed utilizzato per pane, dolci, biscotti. Questo tipo di farina è sicura dal punto di vista sanitario, è ricca di proteine, anche se non può essere ingerita da coloro che soffrono di l’allergia alla chitina.
Sicuramente può essere considerato un prodotto del futuro, un ingrediente che contiene tantissime sostanze nutritive ed è anche un valido aiuto per ridurre l’impatto ambientale. Al momento l’unico problema presentato dalla farina di grilli è il prezzo, dato che questa viene venduta ad un costo di 70 euro al chilo.
Il punto di domanda non viene posto per quanto riguarda la commercializzazione degli insetti stessi, scelta discutibile e/o comunque che possa basarsi su una propria propensione personale. Si pone nel momento in cui determinati prodotti potrebbero sostituire quelli locali e regionali. Ma fin quando un pacco di farina costerà per il costo appena citato, possiamo stare tranquilli. O quasi.