La morte del giovane ha scioccato un’intera comunità. È una storia davvero tragica quella che arriva da Este, provincia di Padova. Il ragazzo si era appena soffiato il naso.
Nessuno poteva aspettarsi un così tragico epilogo per un ragazzo tanto giovane e in buona salute. I genitori, che hanno autorizzato l’espianto degli organi, attendono increduli gli esiti dell’autopsia e degli esami che dovranno spiegare una morte così assurda.
Era un ragazzo sportivo e in buona salute, Edoardo Zattin. Aveva giocato a calcio, era stato una promessa della pallacanestro e, in quel tragico 21 febbraio scorso, stava svolgendo un allenamento di pugilato nella palestra Iron Dojo Team di Monselice che, dopo il drammatico evento ha deciso di sospendere il corso di boxe.
Devastante lo shock per i ragazzi che hanno assistito, inermi, al malore che ha improvvisamente colpito Edoardo durante la seduta di allenamento. Una pausa, per soffiarsi il naso, e poi il collasso che lo ha fatto tracollare a terra. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente dagli istruttori della palestra che, sconvolti, hanno cercato di fare tutto il possibile per aiutare il giovane. Trasportato d’urgenza al vicino ospedale di Schiavonia (Padova), il diciottenne è apparso da subito in gravissime condizioni.
I medici, vista la criticità del quadro clinico hanno tentato un intervento per la riduzione dell’ematoma intracranico che il ragazzo presentava ma, dopo un giorno in terapia intensiva le sue condizioni sono peggiorate al punto che ne è stata dichiarata la morte cerebrale. I genitori, naturalmente sconvolti per l’improvvisa e apparentemente inspiegabile morte del figlio, hanno comunque la forza di autorizzare l’espianto degli organi.
Un giovane sportivo e in perfetta salute. Le possibili cause del tragico decesso
La Procura di Padova ha aperto un’inchiesta per accertare le cause della morte di Edoardo Zattin. Il decesso è stato provocato da un’emorragia cerebrale, ma sono da appurare i motivi che l’hanno provocata. La mamma Manuela Borile e il papà Enrico Zattin chiedono solo di conoscere la verità e capire cosa sia successo a quel figlio che non presentava alcuna patologia ed era da sempre uno sportivo, attento alla sua salute e all’alimentazione.
Tra le ipotesi vi è quella che Edoardo, durante l’allenamento, abbia ricevuto un colpo alla testa ma il ragazzo che si allenava con lui e gli istruttori presenti in quel momento lo hanno categoricamente escluso. Lorenzo Bezzon, presidente dell’Iron Dojo Team, ha precisato infatti che “si tratta di un allenamento in cui non è previsto il contatto e che si svolge sul tatami, cioè un materasso. Inoltre, come tutti, Edoardo indossava il caschetto, gli stivaletti antiscivolo, il paradenti e i guanti da allenamento, che sono più morbidi di quelli da combattimento. Li facciamo indossare per una sicurezza in più anche se in realtà durante l’allenamento tecnico i colpi non vanno mai a segno”.
Anche l’istruttore Simone Lazzarin, che era presente all’allenamento, ha dichiarato che quel tipo di preparazione non prevede il contatto fisico tra gli atleti e che Edoardo si è sentito male all’improvviso e senza alcun motivo apparente.
Starà a questo punto all’autopsia e agli esami clinici svelare, quindi, le cause di un decesso così assurdo e sconvolgente che ha lasciato attonita ed incredula un’intera comunità.