Un lavoro incredibile da parte dei ricercatori per decifrare quello che già molti chiamano il “Codice Stuarda”
Siamo abituati a credere che la ricerca sia “solo” scientifica, medica, fisica. Non è così. Esistono studiosi che spendono la propria vita per arricchire il bagaglio storico e culturale del mondo. Si deve inquadrare in tal senso la clamorosa scoperta fatta proprio in questi giorni.
Come riportato da Il Messaggero, un team di ricercatori ha infatti decifrato il codice segreto delle lettere “perdute” di Maria Stuarda, regina di Scozia tanto discussa, che ha animato la letteratura e il cinema nei secoli successivi.
Maria Stuarda, infatti, è stata regina di Scozia dal 14 dicembre 1542 al 24 luglio 1567, regina consorte di Francia dal 10 luglio 1559 al 5 dicembre 1560 e regina d’Inghilterra per i legittimisti inglesi dell’epoca che non riconoscevano Elisabetta I come legittima erede di Enrico VIII.
La sua è, effettivamente, una storia da romanzo: regina a pochi giorni di vita, consacrata per diritto divino a soli nove mesi. Una vita incredibile, cominciata e finita in modo drammatico e tragico. E dalle lettere emergerebbe tutta la sua sofferenza.
Nel corso del suo regno, la sua benevolenza fu scambiata per debolezza. E, così, i lord protestanti le rivoltarono contro il Paese, perché avevano capito che la regina era diventata il punto di riferimento del cattolicesimo inglese. Anche approfittando della sua vita privata, a dir poco discussa e turbolenta.
Le lettere della prigionia: il codice Stuarda
Ora, la scoperta potrebbe riscrivere la storia, così come la conosciamo oggi. Un team di ricercatori ha infatti decifrato 57 missive ritrovate nella Biblioteca Nazionale di Francia. Lettere scritte nell’arco della lunga prigionia patita dalla regina.
Le lettere risalgono al periodo compreso tra il 1578 e il 1584. Un lavoro niente affatto semplice quello dei ricercatori, che hanno dovuto lavorare su un intricato sistema di simboli presenti nelle missive, decifrato tramite tecniche informatiche, ma anche grazie al lavoro e all’ingegno umano. Molti lo chiamano già il “Codice Stuarda”.
E, così, una volta terminato il lavoro, oggi si possono apprendere le lamentele per le condizioni di detenzione volute dalla cugina Elisabetta I, dove invece Maria Stuarda aveva cercato rifugio. E il senso di abbandono da parte della Francia, proprio per lei che era stata la moglie del re di Francia Francesco II.
La maggior parte degli scritti andarono a Michel de Castelnau de Mauvissiere, ambasciatore francese in Inghilterra, sostenitore della causa cattolica. Uscirono dal luogo di prigionia tramite una fitta rete di cortigiani, che le erano fedeli. Dagli scritti, ora, sarà possibile ricostruire una altrettanto fitta rete di intrighi di corte e politici.
A pesare, non poco, sulla sua figura, anche il modo, drammatico, con cui morì. Giustiziata per alto tradimento e decapitata, diventando, di fatto, una martire cattolica. Ora, anche il periodo antecedente all’esecuzione potrebbe essere ricostruito. Circa 50mila parole, che sarebbero la più grande scoperta su Maria Stuarda da 100 anni a questa parte. Qualcosa, appunto, capace di riscrivere la storia del Regno Unito. E non solo.