Un’impresa degna di un campione che ha già scritto la storia dello sport, talmente impensabile che c’è chi ritiene non possa essere vera.
Lo sport è una parte importante della vita di tutti noi sin da quando siamo bambini. È noto come fare attività fisica sia importante per la salute, ma ciò che fa presa nella mente dei bambini è più che altro l’impresa sportiva compiuta dal professionista di turno. Ogni sport ha le proprie icone, nella Boxe ci sono Mohamed Ali e Tyson, nel Motociclismo Agostini, Rossi e Marquez, nel calcio Pelè, Maradona e Messi, nel tennis Federer, Agassi e Nadal. Tutti questi professionisti sono riusciti a scrivere pagine indelebili del mondo dello sport, consentendo alla disciplina di riferimento di valicare i confini e arrivare persino a chi prima non aveva sentito parlare mai dello sport in questione.
Per quanto riguarda il basket, prima degni anni ’90 si trattava quasi esclusivamente di uno sport americano. La superiotà tecnica degli statunitensi era tale che gli USA partecipavano a mondiali e olimpiadi con le giovanili. Paradossalmente proprio negli anni in cui il mito di Michael Jordan faceva raggiungere a questo sport la notorietà planetaria, lo strapotere degli Stati Uniti ha cominciato a vacillare, costringendo la federazione USA a far scendere in campo il “Dream Team” (ovvero i migliori professionisti dell’NBA dell’epoca) per le Olimpiadi di Barcellona del 1992. Quella era un’epoca di transizione, in cui la diffusione mediatica della NBA ha raggiunto livelli tali da creare appassionati di questo sport in tutto il mondo.
Se dunque gli americani rappresentavano le divinità cestistiche alle quali ispirarsi, con il passare del tempo la diffusione del basket è cresciuta al punto da permettere a squadre europee e sudamericane di eguagliare il livello degli USA ed in alcuni casi a raggiungere successi sul campo che fino a qualche anno prima sarebbero stati impensabili. Oggi tre dei migliori cinque giocatori di basket della NBA sono europei: il serbo Nikola Jokic, il greco Giannis Antetokuompo e lo sloveno Luka Doncic. Quest’ultimo è addirittura considerato l’erede di Lebron James, ovvero colui che dominerà la lega nei prossimi 5-10 anni. Se a questa novità aggiungete il fatto che il prospetto più forte al mondo è francese – Viktor Wembanyama (classe 2004) – si capisce come la superiorità americana sia ormai un lontano ricordo.
L’impresa del campione è epica: il video di Steph Curry fa impazzire il mondo intero
Presentata in questo modo, sembra che gli Stati Uniti non abbiano talenti da prima pagina, ma non è esattamente così. Ancora oggi Lebron James (prossimo al raggiungimento del record per punti segnati nella storia della NBA), Kevin Durant e Steph Curry (ma non bisogna dimenticarsi nemmeno di Kawhi Leonard, Chris Paul e Kyrie Irving) mantengono livelli cestistici di assoluta grandezza e a questi grandi protagonisti si sono affiancati giovani di grandissimo talento come Jason Tatum, Ja Morant, Devin Booker, Trae Young e Donovan Mitchell che nei prossimi anni potrebbero ambire all’anello e alla vetta della classifica Mvp.
In attesa di scoprire se le nuove leve a stelle e strisce saranno in grado di mantenere alto l’onore del basket americano nella lega e nel mondo, in queste ore gli appassionati di ogni angolo del pianeta si stanno stropicciando gli occhi per l’ultimo capolavoro firmato Stephen Curry. Il playmaker dei Golden State Warriors (4 volte campione NBA) ha infatti incantato gli appassionati di basket con una serie di tiri da canestro a canestro con una mano sola che sono andati tutti a segno. La difficoltà dell’impresa è tale da aver spinto qualcuno a sospettare che il video non sia reale, ma queste persone devono sapere che Curry è il miglior tiratore da tre della storia dell’NBA e che è capace di mettere a segno tiri del genere anche marcato e sotto pressione, persino se deve affrettare il tiro perché il timer sta arrivando a zero.
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