Una delle domande che i dipendenti si pongono ogni giorno riguarda la sicurezza e la privacy in azienda e in particolare l’uso di sistemi di videosorveglianza all’interno del perimetro dello spazio di lavoro.
La questione è abbastanza complessa e anche articolata poiché ci sono varie leggi in vigore che regolano questo ambito e le sue sfaccettature. È importante rispettarle per evitare multe ma anche violazioni importanti che sono perseguibili.
La legge infatti determina solo alcuni casi in cui è lecito per le attività installare delle videocamere e quindi riprendere i dipendenti e anche il lavoro svolto.
Impianti di videosorveglianza in azienda
Andare a installare un impianto di questo tipo vuol dire esporre tutti i lavoratori e le persone presenti ad una violazione della privacy e oggi c’è molta attenzione su questo aspetto. Ci sono cose che sono lecite e consentite e altre che invece non lo sono, talvolta però la linea è molto sottile ed è per questo che l’attenzione deve essere massima.
Il datore di lavoro può videosorvegliarmi? Si chiedono molti, in realtà la risposta secca è “no”. Nello specifico nessuno può installare dei sistemi in modo arbitrario andando a videosorvegliare i presenti, per controllarli o peggio. Solo in alcuni casi è possibile procedere con l’installazione delle telecamere ovvero quando ci sono esigenze legate alla sicurezza, richieste che possono essere legate alla produzione e all’organizzazione oppure a tutela del patrimonio aziendale.
In questo caso è consentito ma bisogna avere l’autorizzazione, nessuno può inserire un impianto di videosorveglianza senza permesso. Secondo la legge i datori di lavoro devono richiedere il suddetto ai sindacati (che di fatto rappresentano i dipendenti) e alle amministrazioni territoriali per la parte normativa e per non incorrere in sanzioni. Inoltre per il dipendente è fondamentale essere a conoscenza della presenza delle telecamere sul luogo di lavoro, questo vuol dire che non solo deve essere preventivamente informato ma ci devono essere dei cartelli, chiari e ben visibili, che ricordino costantemente alle persone di essere riprese in quel momento.
Sanzioni e restrizioni all’uso di telecamere a lavoro
Questo determina, dal punto di vista pratico, delle linee guida precise a partire dal 2023 con grossi cambiamenti per l’installazione. Tali direttive devono essere seguite dai datori di lavoro sempre. Quindi niente telecamere negli spazi privati come bagni e spogliatoi, nessuna ripresa che violi l’intimità delle persone e soprattutto telecamere posizionate in modo ben visibile.
Coloro che installano un impianto senza permesso sono sottoposti a sanzioni che vanno da 154 euro a 1.549 euro con l’arresto da 15 giorni a 1 anno. Attenzione, queste possono essere stabilite anche congiuntamente, con il massimo della pena.