Ci sono luoghi magici, accarezzati dal tempo: qui, nel corso della storia, poeti e scrittori hanno trovato la loro dimensione per creare.
Esistono luoghi incantevoli, e l’Italia in tal senso è uno scrigno che custodisce piccole perle dal valore inestimabile, che nel corso del tempo sono rimasti intatti, e che ancora oggi è possibile ammirare nel loro fascino primordiale.
Ci sono località che il mondo ci invidia, lontane, ed è una fortuna, dal turismo di massa, capaci, in passato, di attirare l’attenzione di poeti e scrittori, per l’armonia, per la pace, perché sapevano essere, con la loro amenità, un micromondo nel quale l’artista si sente ispirato per tirare fuori il meglio di se stesso.
E se la natura italiana ha da sempre ispirato i poeti, non si può certo negare che certi luoghi siano ancora oggi meta di famiglie, di amanti del mondo bucolico, di sportivi: località dove la natura ti cinge in un caldo abbraccio e non ti lascia più.
Siamo in Umbria, tra borghi medioevali, corsi d’acqua, percorsi enogastronomici unici nel loro genere, ed anche un patrimonio culturale-religioso con pochi eguali.
Luogo anche di sorgenti, l’Umbria da scoprire è lo spettacolo che vi raccontiamo adesso, ovvero quello delle suggestive Fonti del Citunno.
Sorgenti del Citunno: anche il sommo Virgilio se ne innamorò
La sorgente del Clitunno (in latino Clitumnus) sgorga da rocce calcaree in località Campello, a nord di Spoleto. L’acqua della sorgente viene incanalata sotto la trafficata Via Flaminia (dietro gli alberi nella foto) in un grazioso laghetto poco profondo. I salici e i pioppi che circondano questo lago furono portati dall’isola di Sant’Elena nel 1865 in omaggio all’imperatore Napoleone , che vi era morto nel 1821.
Il lago alimenta uno stretto canale che passa per il Tempietto del Clitunno (dopo circa 600 m) e Trevi fino a Bevagna, dove si congiunge con il Teverone, diventando il Timia. (Questo fiume si unisce al Topino vicino a Cannara, e le acque combinate passano da Bettona a Torgiano, dove sfociano nel Tevere). Lungo il suo percorso di 16 km, il Clitunno serpeggia nella fertile piana di Bevagna.
La portata del fiume è stata diminuita nel corso dei secoli da una serie di eventi sismici, il cui primo esempio documentato si è verificato nel 446 d.C. Nonostante ciò è rimasta soggetta ad allagamenti ed è stata oggetto di una lunga serie di interventi umani. Alla fine fu quasi completamente canalizzato nel XIX secolo.
Quando si parla di poeti e di passato, le sorgenti del Citunno riservano legami fortissimi con la romanità. In epoca romana, infatti, il Clitunno era navigabile, e la sua sorgente poteva essere raggiunta con barche provenienti da Roma. È apparso nell’opera di due dei grandi poeti lirici del I secolo a.C.:
- Properzio che scrive testualmente: “Andrò a caccia … dove [il dio] Clitunno copre il bel ruscello con il suo boschetto, e la sua onda bagna le giovenche candide come la neve” .
- Virgilio (nelle Georgiche): “Ecco le tue greggi nevose, Clitunno e, il più nobile sacrificio, i tuoi tori, che, intrisi del tuo sacro ruscello, hanno spesso condotto trionfi romani ai templi degli dei”.