Nelle scuole italiane arriverà una nuova figura professionale ed educativa, a disposizione dei ragazzi. Ecco chi è il docente tutor
Con l’avanzare della tecnologia e il proseguire dei tempi, anche la scuola deve riuscire a rimanere aggiornata affinché le esigenze degli studenti vengano sempre soddisfatte. Già a partire dalle elementari, proseguendo poi nelle medie e nelle superiori, internet e i computer hanno preso un ruolo centrale e vengono usati come preziosi strumenti di approfondimento. Tra poco, poi, a sostenere gli studenti arriverà anche una nuova professione: il docente tutor.
Soprattutto negli ultimi anni delle scuole superiori, i ragazzi sono indirizzati a pensare al proprio futuro. È in questo periodo, infatti, che si decide se proseguire negli studi optando per l’università o indirizzarsi al mondo del lavoro. Per quanto già la scelta dell’istituto superiore dia una certa impronta, che è differente a seconda che si scelga un liceo, un tecnico o un professionale, oggi arriva anche una nuova figura: il docente tutor.
Ecco chi è il docente tutor e cosa farà nelle scuole secondarie
A parlare di questo nuovo ruolo è il Decreto Ministeriale che, proprio pochi giorni fa, ha annunciato l’arrivo di due nuovi ruoli nelle scuole: il docente tutor e il docente orientatore. A partire dall’anno scolastico 2023/2024, il primo coordinerà e svilupperà le attività didattiche per favorire una personalizzazione dell’istruzione negli ultimi tre anni delle scuole superiori. Si vuole, con questa nuova figura, favorire il recupero di chi ha difficoltà e consentire l’emergere dei talenti di ogni studente.
Ad essere coinvolti saranno circa quarantamila docenti tutor che quindi saranno chiamati ad entrare in connessione con ogni studente delle classi terze, quarte e quinte per riuscire a capire le sue necessità di recupero e i suoi veri talenti. Secondo quanto è emerso finora, dall’anno prossimo ogni scuola nell’ambito della propria organizzazione dovrà autonomamente individuare il proprio docente tutor: la scelta sarà quindi volontaria e, al docente che riceverà l’incarico, non sarà ridotto il carico didattico normale.
È proprio questo l’aspetto che sta facendo storcere il naso a molti insegnanti: chi avrà questo ruolo dovrà infatti fare il doppio dei colleghi, in cambio di un riconoscimento economico che si prevede esiguo. Al momento, però, non si hanno ulteriori novità e non si esclude che, da qui a settembre, il Ministero dell’Istruzione cambi qualcosa: vi teniamo aggiornati.