Adolescenza sinonimo di spregiudicatezza, ma non per puro spirito di ribellione: a determinare lo sprezzo del pericolo è la conformazione del loro cervello.
L’adolescenza è una delle fasi più problematiche e burrascose nel percorso di crescita di un essere umano. Tradizionalmente viene associata a cambiamenti di carattere, impulsi di ribellione, conflittualità con i genitori e il mondo degli adulti in generale. Più nel dettaglio, una caratteristica distintiva è l’interesse per il rischio e una minore percezione del pericolo. Il punto è: perché?
A determinare il senso di spregiudicatezza e temerarietà tipico dell’adolescenza è, a quanto pare, la conformazione di una particolare area del cervello, la corteccia prefrontale, a quell’età non ancora “matura”. E, come ha sostenuto un famoso neurobiologo, Robert Sapolsky, questo è un vantaggio: un cervello incosciente consente ai giovani di avventurarsi alla scoperta del mondo.
Il segreto della mente degli adolescenti
L’adolescente-tipo cerca le novità, assecondando un impulso che col passare degli anni si indebolisce sempre più: con l’avanzare dell’età adulta diventiamo meno aperti a ciò che non conosciamo. Gli adolescenti non sanno valutare i pericoli, sono egoisti e spesso irrequieti – argomenta Sapolsky – perché oltre alla tempesta ormonale legata all’età, alcune aree del loro cervello maturano più tardi. Ma ciò permette loro di imparare a valutare la complessità del mondo sociale.
All’inizio dell’adolescenza la corteccia frontale è l’unica regione del cervello a non aver ancora raggiunto i livelli di sostanza grigia, cioè di corpi cellulari neuronici, dell’età adulta. Sarebbe logico pensare che con il tempo questa sostanza grigia aumenti, ma non è così: nel corso dell’adolescenza il volume di sostanza grigia della corteccia frontale in realtà diminuisce.
Di conseguenza, negli adolescenti la risposta della corteccia frontale è debole, mentre quella dell’amigdala è potenziata: questo significa che le emozioni sono più forti e intense. Il ritardo nella maturazione della corteccia frontale aiuta infatti a spiegare una singolare caratteristica dell’adolescenza: la strana attrazione per attività come il bungee jumping.
Insomma, quando un adolescente deve prendere una decisione pericolosa, alcune porzioni della corteccia frontale si attivano meno che in un adulto, per cui la sua capacità di valutare i rischi è minore. Ma, a ben vedere, un po’ di propensione al rischio è utile e necessaria: senza il desiderio di esplorare l’ignoto, l’uomo non avrebbe mai potuto raggiungere tanti traguardi e conseguire tanti successi, a partire proprio dalla scienza.