Per badare a un parente che soffre di gravi disabilità, di frequente si sceglie il cambio di residenza. Tuttavia, questa decisione può ricadere in conseguenze fiscali. Ma quali sono queste conseguenze?
Per quanto riguarda il cambio di residenza, le uniche cose che possono essere influenzate sono l’IMU e l’Isee. Se si beneficia di agevolazioni per la prima casa e si cambia comune di residenza, si potrebbero perdere queste agevolazioni, in particolar modo se si è acquistato una casa di recente. Inoltre, il cambio potrebbe influenzare anche il contratto dell’energia elettrica, che cambierebbe in: “non residente”, ma questo non è un grosso problema poiché non ci sono consumi se non si vive nell’immobile.
Tuttavia, bisogna considerare che trasferendo la residenza presso nostra madre, si entrerebbe di nuovo nell’Isee della propria famiglia, che ha i suoi propri redditi, e questo potrebbe influire su eventuali benefici di cui la madre o il padre godono tramite la certificazione Isee.
Questi dettagli a parte, il cambio di residenza per ritornare presso un genitore non ha considerevoli conseguenze sul piano fiscale.
Come si effettua e quali sono i requisiti per poter cambiare residenza?
Per fare il cambio della propria residenza, bisogna presentare una richiesta all’anagrafe del comune di residenza entro 20 giorni dal trasferimento. Le opzioni sono varie per presentare la richiesta: si può andare di persona presso gli uffici del proprio comune, spedire una raccomandata o tramite modalità telematica.
Per fare il cambio della propria residenza, è necessario essere maggiorenni e avere un documento di identità valido. Inoltre, bisogna rientrare in almeno uno dei seguenti requisiti: essere già iscritti all’Anagrafe della popolazione residente in un altro comune italiano, essere iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) o essere stati cancellati per irreperibilità dall’anagrafe di un comune italiano
Una cosa importante da sapere è che non è possibile fornire un indirizzofasullo quando facciamo il cambio di residenza, perché dopo aver presentato la richiesta di cambio di residenza, la polizia municipale effettua dei controlli entro 20 giorni per controllare che quello che viene dichiarato effettivamente corrisponda al nuovo indirizzo indicato. Se si forniscono informazioni non vere, si rischia di essere accusati di “falso in atto pubblico”, dato che il registro dell’anagrafe è un atto pubblico e mette insieme tutte le dichiarazioni dei cittadini.
Quindi, non è possibile richiedere un cambio di residenza presso un comune in cui non si vive effettivamente. La residenza deve sempre corrispondere all’abitazione principale del cittadino, ovvero il luogo in cui si vive per la maggior parte dell’anno.