Di terremoti in Italia si torna a parlare ogni volta un grave evento sismico si appalesa in qualche angolo del mondo come in Turchia e Siria. Che ci ricordano come anche noi viviamo su una “meravigliosa polveriera”. Allerta.
I mesi di febbraio 2022 e 2023 hanno regalato a buona parte dell’umanità, soprattutto a chi l’ha vissuta sulla propria pelle, gli orrori più grandi. Il primo nasce dalla follia umana e si chiama guerra. Come quella scoppiata il 24 febbraio 2022 a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. Il secondo scatenato da un devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria. Era il 6 febbraio 2023.
Terremoti in Italia, che fare?
Belice, Friuli Venezia Giulia, Irpinia, L’Aquila e l’Abruzzo, zone, città, persone, case, cose, distrutte dai rigurgiti della terra. Ciascuno di noi ne ricorda qualcuno. I più fortunati: nessuno. In tanti, purtroppo, hanno negli occhi immagini indescrivibili e dolori inenarrabili. Come si fa a raccontare che in pochi secondi si è perso tutto, familiari, casa, passato, presente e futuro. Quando la terra detta la sua legge è troppo più forte di noi e noi non possiamo resistere.
Il terremoto che ha sconvolto la Turchia e la Siria, con oltre 40 mila vittime accertate, che potrebbero essere tranquillamente il doppio dato che dalla parte siriana non sono ammessi i soccorsi, ha avuto un effetto devastante anche sulle nostre coscienze. E’ anche errato parlare di terremoto, poiché al confine turco-siriano i grandi terremoti sono stati due. Il primo di magnitudo 7,8 seguito, soltanto nove ore dopo, da un altro di magnitudo 7,5.
I terremoti sono, guerra a parte, la paura più profonda, più nascosta, dal momento che trattasi di un evento subdolo, perché quando arriva può essere già troppo tardi. Si dice sempre che i terremoti non si possano prevedere, ma qualcosa si sta muovendo e, fortunatamente, non sono soltanto le gigantesche faglie che si sono create dopo le due terribili scosse. Quali le buone nuove?
Allerta sismica
Dipartimento della Protezione Civile, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le Regioni e le Province Autonome tutti intorno a un tavolo per tentare un esperimento che potrebbe portare a risultati incoraggianti, ovvero l’utilizzo dei prodotti di ricerca, fin qui disponibili, riguardanti la pericolosità sismica. Da anni ormai geologi e geofisici di tutto il mondo stanno percorrendo la complessa strada della pericolosità sismica a breve termine.
I risultati ottenuti in questi anni possono far dire che i terremoti non possono essere previsti esattamente in termini di luogo, tempo ed intensità della magnitudo. Quello che però oggi si è in grado di fare è calcolare come mutano le probabilità che i terremoti avvengano all’interno di una certa area. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha creato l’architettura di uno strumento chiamato “Operational earthquake forecasting-OEF“.
Questo strumento permette di concentrare un gran numero di dati in tempo reale, creando una sintesi e dei database dei risultati ottenuti da sottoporre poi alla comunità scientifica. I terremoti fanno sempre una grande paura ma forse, tra qualche tempo, ne faranno un po’ di meno. Almeno speriamo.